Trecento anni dal Trattato di Utrecht


Quest’anno cade il Tricentenario del Trattato di Utrecht. Siglato nell’aprile del 1713 nell’omonima cittadina olandese dagli Stati europei che avevano partecipato alla guerra di successione spagnola (eccetto l’Impero degli Asburgo d’Austria che avrebbe concluso la guerra nel 1714 con la Pace di Rastadt), tra le altre clausole stabiliva anche il riassetto dei confini tra il regno di Francia e i Savoia che, incamerando la Sicilia,  ottenevano il titolo di re. Dunque tale trattato ebbe conseguenze sulle nostre valli alpine. Infatti segnò il passaggio dell’Alta Valle della Dora Riparia (area conosciuta con l’appellativo di Escarton d’Oulx) con il Forte di Exilles, dell’Alta Val Chisone (quindi Escarton di Pragelato) con il Forte di Fenestrelle e dell’Alta Val Varaita (conosciuta anche come Castellata) dalla Francia ai Savoia e il passaggio della Valle dell’Ubaye con Barcellonette (in occitano Barcilona de Provença) dai Savoia alla Francia. Questo spostamento dei confini sull’arco alpino segnò la fine dei precedenti proficui rapporti tra le popolazioni dei due versanti delle Alpi che si erano manifestati dal punto di vista linguistico (varianti locali occitane in entrambi i versanti), culturale, politico-amministrativo (i molto discussi e non ancora sufficientemente studiati Escartons per l’area del Brianzonese storico) e architettonico (si pensi ai campanili di tutto il Delfinato costruiti con il medesimo stile) e che ora si vedevano tagliate da un confine che andava a seguire lo spartiacque. Le tre valli che le roi soleil Luigi XIV fu costretto a cedere ai Savoia, considerate strategiche ed importanti, sarebbero poi state chiamate dai francesi “vallées cédées” (valli cedute).

Il Trattato di Utrecht, come accennato poc’anzi, segnò la fine della guerra di successione spagnola, combattutasi tra 1701 e 1713 tra i principali Stati europei. Tale guerra era stata generata dal fatto che Carlo II re di Spagna, morto senza eredi, aveva individuato come proprio erede universale Filippo d’Angiò, nipote di una sua sorella e del re di Francia Luigi XIV. Per evitare la formazione di una potenza franco-spagnola la guerra fu inevitabile e vide contrapposta la coalizione che voleva Filippo d’Angiò re di Spagna e che univa Francia, Spagna e Baviera alla coalizione che raggruppava Inghilterra (divenuta Gran Bretagna nel 1707), Impero degli Asburgo d’Austria, Prussia, Portogallo e altri stati minori tra cui il Ducato di Savoia (fino al 1703 alleato alla Francia). Alla fine della guerra, svoltasi con alterne vicende, si accettò Filippo d’Angiò come re di Spagna ma la Spagna perse diversi territori (tra i quali i suoi possedimenti in Italia) soprattutto a vantaggio degli Asburgo d’Austria.

In occasione del Tricentenario l'Associazione Renaissença Occitana ha pubblicato un numero speciale della rivista “La Rafanhauda” interamente dedicato al Tricentenario.

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