Su province, democrazia e rapporto tra città e aree rurali

 Anni fa vi era un pressante tam tam mediatico per abolire le province, considerate a torto un costo inutile e il fulcro degli sprechi. Poi non se ne è più parlato. Ma, attenzione, non perché sono state abolite. Bensì in quanto il loro operato è stato reso non più controllabile dalla popolazione.

Le province non sono state abolite. Sono state svuotate. Continuano ad avere ancora innumerevoli competenze e poteri. Il problema è che chi le guida non è più eletto, non è sottoposto a voto popolare e dunque non deve rendere conto ai cittadini bensì agli interessi politico-economici da cui dipende. 

Con la retorica antispreco si sono mantenuti i costi ma si è ottenuto il vero risultato ricercato: slegare l'operato dell'ente provincia dal controllo popolare (effettuato tramite il voto). Per le aree deboli dei territori provinciali (ossia le aree montane e rurali) è stato un qualcosa di esiziale, in quanto il venir meno della possibilità di eleggere propri rappresentanti non ha fatto che togliere loro voce e approfondire la distanza tra aree urbane e aree rurali, in definitiva tra città e campagna. 

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